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Immagine del redattoreLa Gio

Una domenica nella ciclabile Treviso-Ostiglia

Oggi vi porto a scoprire con me un tratto della pista ciclabile che collega Ostiglia (MN) a Treviso, un percorso affascinante immerso nella campagna, molto semplice, adatto anche alle famiglie.

Il tracciato è quello della vecchia ferrovia statale, costruita nel 1930 dall'esercito italiano con fini strategici e difensivi dei confini nord-orientali e utilizzata più tardi per fini commerciali. Purtroppo è da ricordare anche che il tracciato venne utilizzato per la deportazione di ebrei verso i campi di concentramento della Germania nazista, ahimè.

Rappresentando un manufatto strategico fu più volte bombardata e lungo la pista, infatti, ve ne si trovano le testimonianze. Rimangono ancora visibili le vecchie stazioni ferroviarie, decisamente malmesse, ma pienamente riconoscibili, che lasciano vagare la mente a quel passato che le ha viste come floride tappe verso nord.


Noi siamo partiti a mezzogiorno da Loreggia, in provincia di Padova, il punto più comodo per parcheggiare IL MOSTRO: molti di voi ormai lo conoscono, per chi invece ancora non avesse familiarità...beh "il mostro" è il nome affettuoso dato al Pick up del mio compagno.

Scaricate le bici, in prossimità del cartello illustrativo inizia la nostra pedalata in direzione Treviso: il tragitto si snoda lungo una stradina asfaltata, all'ombra di grandi alberi che garantiscono il fresco anche in una giornata calda ed afosa come quella di oggi.

Il percorso è semplice, i dislivelli quasi inesistenti o comunque molto dolci. La prima deviazione è verso il mulino (niente di che a dire il vero); la seconda invece, molto più interessante, ci porta a Ca' Marcello, una villa privata che è possibile visitare su appuntamento (già segnato in agenda) e dove grazie ad un colpo di fortuna assistiamo incuriositi alle prove di una compagnia teatrale che andrà in scena con uno spettacolo di Shakespeare.




La pista ciclabile nella provincia di Padova è tutta asfaltata, mentre avvicinandosi a Treviso diventa sterrata, ma comunque di facile percorrenza, anche con una citybike e un vestitino di pizzo (vi risparmio il perché sono vestita così per un'escursione in bici).



La volta degli alberi crea un ambiente rilassante ed ogni tanto ci sono delle soste dove si può imparare a conoscere la storia della vecchia linea ferroviaria.




La pista incrocia diverse strade, per lo più poco trafficate e ben segnalate (ma un pò di attenzione non guasta); attraversare i ponti in ferro e legno ci ricorda che stiamo davvero percorrendo una linea dove un tempo correva il treno, cosa assai suggestiva: mentre pedaliamo, nella nostra mente immaginiamo la prossima stazione.



Ormai affamati, decidiamo di fermarci all'Oasi di Cervara, un' area naturalistica molto interessante: pranziamo al sacco con una deliziosa insalata di farro preparata al mattino, usufruendo dei tavoli da pick-nick a disposizione che si trovano a lato dell'interessate mulino del Trecento.



Ci dedichiamo quindi alla visita: la zona del mulino è davvero caratteristico, si respira pace tra il cinguettio degli uccellini e il dolce gorgoglio dell'acqua. Qui siamo attorniati da libellule di uno sgargiante colore blu, ce ne sono ovunque! L'acqua del Sile è limpidissima, quasi sembra non esserci nemmeno





Passeggiamo tra i sentieri godendoci tenerissime scene di vita in famiglia: i piccoli pulcini neri dalla testa rossastra vengono pazientemente nutriti dalle madri, le folaghe.

Maestosi cigni, simpatiche nutrie e tante, tante cicogne, ci fanno compagnia ricordandoci lo spettacolo che la natura sempre ha da offrire e imparando qualcosa in più sulle risorgive e sulla zona circostante.

Ci sono anche gufi e tartarughe, oltre al martin pescatore (che però non riesco a scorgere).







L'Oasi naturalistica si visita tranquillamente in un' oretta; si può partecipare anche a dei laboratori didattici e alle visite guidate con degli esperti sulla vita animale e sulle peculiarità del luogo. Ma noi, invece, siamo pronti a ripartire!


In sella alle bici continuiamo il percorso sotto la volta verde, ammirando scorci sulle campagne circostanti ed arrivando fino al laghetto ex-Biasuzzi.


Giungiamo a Quinto di Treviso, paesello che ci ha conquistato con i suoi mulini, i canali e i corsi d'acqua che lo attraversano. Tutto è molto curato e le passerelle di legno garantiscono una visita davvero comoda.



La tappa successiva è il laghetto di pesca sportiva, giusto per per ristorarci con un caffè, che il proprietario dolcemente mi prepara con la moka! (mica mi conoscerà già?!?)



Sono le 17 ormai passate da un po', ed è giunta l'ora di pensare al ritorno e quindi di ripercorrere a ritroso la ciclabile. Questa volta facciamo una tappa a "la rotonda" di Badoere, la bellissima piazza semi circolare adibita a mercato sin dal 1689 con le caratteristiche botteghe sotto ogni arcata che servivano per la mostra e la vendita della mercanzia; la piccola chiesetta di S. Antonio, datata 1645, ora viene usata per cerimonie e mostre.

Un consiglio: se fate questo giro la 1^ domenica del mese ricordatevi che qui si svolge un bel marcatino dell'antiquariato, un'occasione in più per visitare il paese.




Qualche minuto seduti sull'erba fresca all'ombra della piazza, e via!

Rientriamo con calma alla macchina dopo aver percorso circa 50 km in poco meno di 8 ore. Stanchi ma felici, si dice...ed è proprio così! Un percorso in mezzo alla natura che unisce sport, ore all'aria aperta, scoperta del territorio. I miei "angoli di mondo", che consiglio a tutti.



Spero vi sia piaciuto il mio racconto e se avete domande.. sono qui per voi! Se avete piacere seguitemi sulle pagine Instagram e Facebook oppure lasciate un cuoricino!

Alla prossima gita!




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