La laguna veneta non è solo Venezia e le splendide isole che la compongono, è anche natura allo stato puro, un ecosistema unico dove è possibile passeggiare tra barene, argini di conterminazione, terra che affiora per poi venire sommersa nuovamente secondo il ritmo incessante delle maree, barchette di pescatori e cavane.
Le cavane sono i ricoveri delle barche dei pescatori lagunari: il nome deriva da "capanna", in quanto un tempo avevano il tetto di paglia, che le rendeva appunto del tutto simili a capanne.
Le tettoie, di canne palustri o legname o più modernamente di laterizî, sono chiuse su tre lati, lasciando aperta la parte che affaccia sul canale per favorire l'entrata delle piccole imbarcazioni.
Sono parte integrante del paesaggio lagunare veneto e si trovano generalmente lungo un tratto di canale in una valle da pesca, fungendo da rimessa per le barche e deposito delle attrezzature per cacciatori e pescatori.
C'è un posto non troppo distante da casa mia che io trovo davvero magico, dove ci si può immergere in questo ambiente particolare e conoscere da vicino il paesaggio tipico di quella zona del Veneziano dove un tempo esisteva solo la grande palude.
Siamo nella località di Giare, frazione di Mira: una deviazione dalla SS Romea, all'altezza di Gambarare di Mira, vi porterà fino ad un parcheggio. Da li potrete iniziare la splendida camminata sull'argine che affianca una lunghissima serie di cavane. Venite con me!
Alla vostra destra campi coltivati a grano, di un allegro giallo acceso e alla sinistra circa 400 casette in legno tutte identiche che costeggiano la laguna, una vasta distesa di acqua placida ricca di fauna, punteggiata di reti di pescatori adagiate qua e là, avvolta in un silenzio che racconta. E' uno dei miei posti preferiti dove passeggiare o semplicemente isolarsi dal mondo e rimanere fermi ad ascoltare il silenzio assordate della natura.
Una mattina decisi per una bella passeggiata in solitaria: iniziai andando prima nella località di Dogaletto per addentrarmi verso l'argine (via Bastiette) e costeggiare le casette lungo il sentiero. Da qui, un po' per caso, arrivai ad una zona della laguna che non conoscevo, una bella passeggiata lungo un canale costellato di barchette fino alla darsena Bondante.
Ritornata all'auto mi sono recata a Giare, al parcheggio della trattoria La Laguna, da dove inizia il percorso con la bella passeggiata lungo l'argine sud che si apre verso il mare. La fila di cavane qui è interminabile!
Dopo un paio di km sull'argine sopraelevato, conviene scendere nella stradina di sassi che lo affianca e che porta fino alla fine di questo lembo di terra. Da qui è possibile vedere nitidamente la città di Venezia sullo sfondo e ammirare la laguna in tutta la sua vastità.
Sulla destra, un sentiero porta ad una zona incredibilmente isolata, un'oasi di natura dove si sente solo il rumore delle piccole onde che si infrangono a riva e il cinguettare della fauna che popola questa area. Siamo infatti alle porte dell'Oasi del WWF di Valle Averto, una zona protetta ricca di avifauna che trova riparo tra la tipica vegetazione.
Non di rado si incontrano aironi e falchi pescatori e talvolta anche qualche fenicottero fa la sua comparsa, il che la rende una bella zona anche per gli amanti del birdwatching.
Un unico pescatore solitario sullo sfondo, un anziano signore a caccia di "caparossoli" (che in dialetto veneto sono le vongole veraci e le cozze, molto diffuse nella costa veneziana e facilmente reperibili soprattutto durante i mesi estivi).
Mi avvisa da lontano di fare attenzione, perché qui si affonda, ma io sprezzante del pericolo decido di proseguire e addentrarmi un po'.. effettivamente fate attenzione perché più che in spiaggia sembra di essere nelle sabbie mobili!
Il terreno è limaccioso, non è possibile stendersi a prendere il sole (ma questo si può fare comunque sull'argine): qui si viene per la pace e per gli scorci unici che offre la nostra splendida laguna, un luogo selvaggio, circondato da un armonioso silenzio ancora pressoché incontaminato, poiché fuori dalle rotte turistiche.
Questo angolo sabbioso, da poco recuperato dal degrado in cui versava, era conosciuta come "la spiaggetta dei poareti" (la spiaggia dei poveri) poiché frequentata da chi non poteva permettersi di raggiungere le ben più note spiaggia del Lido o Sottomarina. Ora grazie al lavoro di volontari, è facilmente raggiungibile anche in bicicletta e a cavallo.
Rientrando per la stessa stradina, ammirando i ricoveri di barche e attrezzatura da pesca, interrotti solo da scorci sulla laguna, raggiungo l'auto con 15 km di passi nei piedi e una sferzata di energia positiva!
Ah! E non dimentichiamoci che questa zona è famosa anche per la coltivazione dell'Asparago di Giare: lungo la strada che vi porterà fin qui potrete notare, infatti, distese di campi coltivati, intervallati dalle abitazioni rurali che testimoniano l'antica tradizione contadina della zona; coltivato in larghi solchi separati da piccoli terrapieni, l'asparago di Giare deve la sua tipicità non solo al clima lagunare che ne favorisce la crescita ma proprio alla particolare composizione del terreno: leggero, un po' sabbioso, limoso e molto profondo, permette ai turioni di assumere quelle particolare sapidità dovuta alla salsedine.
Alla prossima gita!
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