Oggi vi porto a scoprire un luogo perfetto per una gita fuori porta in ogni stagione: il lago di Lago (o San Giorgio) e il lago di Santa Maria, più comunemente noti come i Laghi di Revine.
Comodamente raggiungibili dall'uscita autostradale di Vittorio Veneto Nord, i due laghetti di origine glaciale vi abbracceranno con il loro paesaggio naturale oltre che darvi la possibilità di scoprire i piccoli e curati borghi storici che vi si affacciano e che vi trasporteranno indietro nel tempo.
Ho avuto modo di visitare queste località sia in primavera, diversi anni fa, che, più recentemente, in una domenica assolata di fine novembre; l'oasi di serenità che ho trovato in entrambe le occasioni mi ha conquistato sin dal momento in cui ho iniziato la passeggiata: le sponde sono orlate di canneti che offrono riparo alla fauna tipica delle zone lacustri e le ninfee che galleggiano a pelo d'acqua rendendo tutto ancor più suggestivo.
Il percorso ad anello, la cui lunghezza è di circa 7 km, si snoda sul versante di Revine lungo le rive dei due laghi e in posizione più rialzata, sul versante di Tarzo.
Il sentiero è per lo più pianeggiante e facilmente percorribile per tutti, grandi e piccini, e perché no, anche con la bicicletta.
Lungo il cammino si trovano alcune panchine per riposarsi e ammirare il paesaggio oltre ad un'area attrezzata per picnic e per far giocare i bimbi: il Parco Va' dee Femene.
Nell'istmo che si trova tra i due laghi c'è anche una piccola torre per il birdwatching, da cui poter ammirare le paperelle e la moltitudine di uccelli che hanno trovato qui la loro casa.
In questo punto scorre il Canale delle barche, un corso d'acqua artificiale che mette in relazione i due bacini; le sue acque poco profonde e trasparentissime riflettono gli alberi come in uno specchio, rivelando scorci romantici della vegetazione che sembra intrecciarsi in un tenero abbraccio.
Una particolarità curiosa che vi permetterà di scattare foto particolari sono le cornici appese qua e la tra gli alberi, da dove si possono inquadrare varie prospettive del lago e della natura circostante.
Un bel prato dove d'estate si può prendere il sole e noleggiare pattini e canoe, ospita anche un bar ristorante, proprio vicino al borgo di Lago che è raggiungibile con una breve deviazione in salita sulle stradine acciottolate.
Le manifestazioni locali che si tengono da queste parti (oltre a quelle legate alla Cristianità come il Presepe Vivente e la Passione di Cristo) sono legate alla vita contadina di un tempo: dalla festa della semina in aprile, alla festa del raccolto in autunno, a quella di San Matteo a settembre, durante la quale prende vita La Musada, la sfilata con le tipiche slitte di legno usate un tempo per trasportare a valle il legno (e non solo); caricate con varie attrezzature ed oggetti dei tempi passati, sfilano in un folkloristico corteo lungo le vie del paese, trainate dai paesani che vestono i costumi dell'epoca e che danno poi dimostrazioni dei "veci mestieri".
Ricordo che la mia precedente visita coincise con la festa della semina: il paese di Lago agghindato a festa in una splendida giornata di sole d'Aprile, dove mangiammo deliziosamente in una tipica trattoria (purtroppo gli stand gastronomici erano pieni), prima di dedicarci alla passeggiata tra l'erba alta e i canneti.
Poco oltre il piccolo molo sospeso nell'acqua, si trovano le casette sull'acqua del Parco Archeologico Didattico del Livelet: molte testimonianze e reperti rivenuti nella frazione di Colmaggiore, fanno risalire i primi abitanti della zona addirittura al Neolitico. Tre capanne, o meglio tre palafitte, sono state ricostruite sulla riva del lago per mostrare come si viveva in un villaggio palafitticolo, un vero viaggio nel tempo fra i 6000 e 3500 anni fa. Si ha la possibilità di osservare da vicino utensili, armi da caccia e colture in uso durante il Neolitico, l'Età del Rame e l'Età del Bronzo, nonché assistere alla simulazione di uno scavo archeologico e all`agricoltura sperimentale.
Attraversando il ponticello di legno sulla Tajada, emissario dei due laghi che più a valle formerà il fiume Soligo, lo scenario cambia leggermente. In un alternarsi di filari di gelsi e vigneti, si attraversa la campagna fino a raggiungere i borghi rurali della sponda sud, Fratta e Colmaggiore. Gli edifici storici affrescati da disegni che ricordano scene di vita contadina, hanno dato vita ad un percorso chiamato "via di murales".
In prossimità del piccolo borgo è possibile ricongiungersi al sentiero che costeggia l'acqua e continuare quindi la passeggiata, nel mio caso assistendo ad uno splendido tramonto.
Il plus è stata la luna piena, che mi ha permesso di ritornare all'auto senza problemi anche nell'oscurità della sera, rischiarata dal suo tenue bagliore che, se possibile, ha reso tutto ancor più magico.
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