Sperduta nella campagna veneta (in realtà neanche poi tanto, ma diciamo decisamente ben nascosta) c’è una casa abbandonata in cui il mistero si respira assieme alla polvere che si è depositata sui vecchi mobili abbandonati. E' la casa delle fiabe di Alice e Nellino.
Apparteneva a due fratelli, insegnanti e appassionati d’arte, Alice e Nellino, che un giorno decisero di smettere di lavorare e di ritirarsi nella loro casetta.
Iniziarono a vivere di quello che offriva il loro orto, allevando qualche pollo e gallina, e della loro arte. Vivevano soli e senza sfarzo, senza comfort, quasi come degli eremiti.
Alice e Nelly trasformarono la loro casa in un mondo di fiaba dove la fantasia regnava su tutto. La loro arte venne trasferita in tutto ciò che li circondava: dipinsero i muri con soggetti fantasiosi e decorarono ogni anfratto con esseri strani.
Personaggi di favole, fiabe e racconti fantastici: dal cancello d’ingresso, fino all’ultima stanza tutto era colore e sogno! In un angolo La Bella Addormentata, in un altro Pinocchio con il gatto e la volpe, e poi elfi, folletti, nani, giganti, case, chiesette e paesaggi.
I due fratelli vivevano senza elettricità e senza gas. Avevano la tv ma non potevano usarla, e quindi ne decorarono lo schermo: i programmi se li inventavano da loro e così la loro tv magica trasmetteva sempre programmi interessanti.
Ne potrebbe essere orgogliosa Katia Ricciarelli e Luciano Pavarotti dipinti sugli schermi dei due vecchi televisori.
Sembra che Nellino amasse smodatamente la sorella, tanto da chiamarla “Divina”; lei teneva molto al proprio aspetto, sempre ordinata e pulita e con il vezzo di girare per casa con i tacchi. Alice cuciva i propri abiti e quelli del fratello dipingendo ogni cosa la sua fantasia le suggerisse. Lui ogni tanto andava in paese a comprare i generi di primissima necessità e scolpiva senza sosta creature che sembravano prendere vita.
Gli abitanti del paese li consideravano strambi, ma in fondo li hanno sempre ammirati e rispettati. Si mantenevano vendendo qualche prodotto dell’orto e qualche loro opera d’arte, reinvestendo spesso i proventi nell’acquisto di altri colori e vernici.
In paese si sprecavano dicerie e suggestioni; gli anziani narravano ai bimbi che le statue fossero trappole per attrarre i fanciulli, catturarli e mangiarli. Non c’era cattiveria in queste storie, faceva parte del gioco: Alice e Nelly erano diventati essi stessi personaggi fantastici di una favola moderna.
Si, moderna perché i due personaggi anticonformisti, ma sicuramente felici, non sono un’antica leggenda: Alice lasciò il suo mondo incantato nel 2007, Nellino continuò ad adorarla fino al 2013, anno in cui la raggiunse chissà... forse in un altro mondo incantato.
Quando seppi di questo luogo, la mia curiosità mi portò a scovare la casa che manco a dirlo mi ha conquistato sin dal primo istante.
Un buco nella folta siepe che circonda la proprietà permette di addentrarsi nel groviglio di piante cresciute senza logica ed ecco che, come d’incanto, appare la strana dimora azzurra: ormai in rovina, pavimenti pericolanti e saccheggiata da vandali, quel che resta di questa costruzione trasuda quel mondo incantato in cui vissero i due fratelli.
All'interno si trovano ancora alcuni oggetti appartenuti ad Alice e Nellino, vestiti sparsi sui pavimenti, una vecchia borsa, uno stivaletto col tacco, i vasetti di conserva.
Le scale sono decisamente poco sicure, il terrazzino non agibile ed il tetto, purtroppo, è ormai quasi crollato. Le statue sono mozzate di braccia e testa, i decori della facciata a pezzi, le tende lacere svolazzano al vento, l'umidità si è impadronita della pittura e dei mobili.
Ed ecco che, come fosse un segno, una moka azzurra (come quella che mi ha accompagnato in tanti viaggi nel mondo) se ne sta lì appoggiata alla balaustra scolpita.
Per scelta non rivelerò pubblicamente dove si trova esattamente la casa delle fiabe di Alice e Nellino, purtroppo già in molti lo hanno fatto “usurpando” quello che avrebbe dovuto essere preservato come un modo incantato. E la mia speranza è che qualcuno, un giorno, possa prendere l’impegno di ridare vita a questo.. speciale angolo di mondo.
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